Farro dicocco perlato BIO per molitura provenienza 100% italiana
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Farro dicocco perlato BIO per molitura provenienza 100% italiana
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Il farro dicocco (Triticum dicoccum) è una varietà di frumento o Triticum. Il genere Triticum include piante annuali originarie dell’Asia minore, coltivate da oltre 10 mila anni a scopo alimentare in diverse varietà frutto di incroci.
Il farro dicocco, noto anche come emmer o farro medio, è un cereale, parente stretto del grano. È una delle tre specie del genere Triticum comunemente chiamate farro.
Il termine farro include tre varietà: il Triticum monococcum, il Triticum dicoccum e il Triricum spelta. Il Triticum dicoccum è, tra le tre, quella più diffusa in Italia.
Il farro dicocco è un frumento vestito, cioè un cereale le cui cariossidi presentano ancora le glume o glumette, a differenza del grano tenero e del grano duro.
Si hanno notizie della coltivazione del farro dicoccum già nel quarto millenio a.C., in Egitto. Proprio dall’Egitto il farro dicocco arrivò in Italia, dove rimase il cereale più diffuso e coltivato per tutto il periodo romano e, successivamente, nel Medio Evo, fino alla scoperta dell’America.
Il farro dicocco è una pianta rustica, capace di adattarsi a terreni e temperature in cui la produzione di altri cereali risulta difficoltosa. Inoltre il farro dicocco è meno suscettibile alle malattie che normalmente colpiscono le piante di frumento e compete meglio con le erbe infestanti.
Il farro contiene anche proteine e una quantità trascurabile di lipidi. Infine, nel farro dicocco troviamo sali minerali, in particolare fosforo e potassio e si possono rilevare modeste quantità di niacina (Vitamina B3). Per quanto riguarda la quantità di energia apportata dal consumo del farro dicocco, le kcal fornite da 100 grammi di prodotto sono pari a 330-340.
Il farro cresce anche su terreni poveri di elementi nutritivi, in zone collinari tra i 300 e i 1.000 m s.l.m. La semina avviene in autunno. La pianta è robusta, resistente al freddo, alle malattie e agli agenti infestanti.
La raccolta, più tardiva rispetto a quella del grano, si effettua in estate con le normali macchine usate anche per la mietitrebbiatura del grano.
La particolarità del farro è che il seme, a fine trebbiatura, conserva ancora l'involucro protettivo (glumette), per cui abbisogna di un'ulteriore fase di lavorazione (denominata "sbramatura" o "brillatura").
La resa in brillato risulta pari a circa il 60-70% del prodotto iniziale.