RIFLESSIONI SUI PRINCIPI COMUNI ALL’AGRICOLTURA BIODINAMICA, ALLA MEDICINA ED ALLA TECNICA MORALE - PAUL EMBERSON
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RIFLESSIONI SUI PRINCIPI COMUNI ALL’AGRICOLTURA BIODINAMICA, ALLA MEDICINA ED ALLA TECNICA MORALE - PAUL EMBERSON
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In agricoltura biodinamica vi è una questione controversa che ha diviso i contadini fin dall’inizio, è stata sollevata durante le conferenze di R. Steiner a Koberwitz e sembra ancora doverli dividere per gli anni a venire. In effetti riguarda una delle grandi questioni che oggi l’umanità deve affrontare, la portata della quale non è solamente limitata all’agricoltura; essa si applica ai diversi ambiti del lavoro pratico dell’uomo. In agricoltura biodinamica si ha il seguente quesito: i preparati devono essere dinamizzati da una mano umana o possono essere dinamizzati da una macchina?
Le persone impegnate nell’agricoltura biodinamica sembrano essere divise in due gruppi separati. Il primo sostiene che nulla potrà mai sostituire la mano dell’uomo nella dinamizzazione dei preparati; quelli dinamizzati con una macchina non possono essere veramente biodinamici. L’altro gruppo adotta un approccio pragmatico e sostiene che dinamizzare i preparati biodinamici a mano è senza alcun dubbio la cosa migliore, ma se delle contingenze pratiche rendono impossibile tale tipologia di dinamizzazione, allora i preparati dinamizzati con una macchina si possono usare e sono comunque un compromesso accettabile. Questo punto di vista sembra predominare. E la certificazione Demeter, per esempio, non esige la dinamizzazione manuale.
Rudolf Steiner prese il tempo necessario per approfondire la questione come si doveva. Ne parlò molto seriamente, ma anche con un certo humor. Fondamentalmente, egli disse che una macchina non può attribuire a un liquido le qualità che esso può ricevere quando viene mescolato a mano. Ma quali sono, giustamente, tali qualità ed in quale misura sono importanti?